Inspire, una startup fondata nel 2017 all’Università di Genova, sta rivoluzionando il monitoraggio degli incendi attraverso l’uso di droni autonomi. Con un finanziamento di circa 2,5 milioni di euro, la società mira a garantire un servizio continuo di sorveglianza e intervento, riducendo l’intervento umano. I droni possono attivarsi, volare, ricaricarsi e decidere autonomamente i punti su cui intervenire, affrontando le limitazioni attuali legate alla durata delle batterie, che è di circa 30 minuti
Alberto Clavarino, responsabile commerciale di Inspire, ha sottolineato che l’attuale utilizzo dei droni da parte dei vigili del fuoco è manuale e richiede un operatore umano. Inspire propone una “portaerei per droni”, una piattaforma mobile resistente agli agenti atmosferici che funge da base per decollo, atterraggio e ricarica. Questa piattaforma è alimentata da un generatore e può ospitare droni che tornano a ricaricarsi quando la loro autonomia sta per esaurirsi. Attualmente, la legge non consente ai droni di volare autonomamente senza un operatore a terra. Tuttavia, la tecnologia esistente permette già movimenti autonomi e si prevede che le normative possano essere aggiornate in situazioni di emergenza. I droni saranno equipaggiati con intelligenza artificiale per analizzare in tempo reale le immagini acquisite e prevedere l’evoluzione degli incendi, suggerendo strategie operative.
Inspire non si limita al monitoraggio degli incendi; i droni potrebbero anche essere utilizzati in situazioni di sversamento di liquidi o per applicazioni agricole. La sperimentazione della piattaforma è imminente e coinvolgerà collaborazioni con enti governativi e aziende del settore antincendio. L’obiettivo finale è sviluppare droni con capacità di carico maggiori per trasportare sensori e agenti estinguenti, aumentando così l’efficacia delle operazioni antincendio